Se la musica è oggi perlopiù un affare di tribù (e la musica è oggi perlopiù un affare di tribù) allora i RF appartengono alla tribù dei tradizionalisti americani senza grilli per la testa; nessuna contaminazione, nessun compromesso: frontiera, polvere, country rock e pedalare. Questo disco (l’ultimo della serie, dicono loro) arriva a confermare l’identità e le radici del gruppo dopo i tentativi (riusciti a metà) di cambiare passo dei lavori precedenti, e la fuga del cantante e autore Willie V verso altri lidi (un’avviata carriera da romanziere). Willie torna ai RF come i cowboy di tanti vecchi film: per vendicare la visione musicale di un gruppo, da sempre rimasto ai margini per questioni di tempismo (infelice) e (avversa) fortuna. Ne esce un album a metà strada tra il Nebraska di Springsteen e gli esordi dei Wilco. Addio e grazie, RF. (Marco Sideri)